lunedì 2 aprile 2012

Quanti soldi mandiamo nel deserto?

Quanti soldi mandiamo nel deserto anziché investirli nelle fonti rinnovabili qui in Italia?
FEDI Impianti presenta uno spot su questo argomento

martedì 27 marzo 2012

“Bozza del decreto scritta dall’Enel”. La società apre indagine interna

Una manager dell'azienda compare come autrice del testo sulle energie rinnovabili nelle proprietà del file. La compagnia smentisce e annuncia un procedimento interno per verificare che il documento non sia stato "manipolato". Intanto il profilo della donna scompare da Internet: "Lei non c'entra"
E’ diventata un giallo la bozza del decreto legge sulle energie rinnovabili, in corso di elaborazione in questi giorni presso il Ministero dello Sviluppo economico. Il testo che è circolato nelle ultime ore – le cui bozze sono state pubblicate sul sito Quale energia - ha nelle proprietà del file la firma Enel Spa e il nome di una funzionaria della società energetica italiana, Marzia Germini. Un’ipotesi che ha spinto ieri l’ufficio stampa del ministero guidato da Corrado Passera a smentire categoricamente il coinvolgimento di Enel nella preparazione del decreto legge: “La notizia circolata su alcuni organi di stampa secondo cui Enel avrebbe inviato al Mise una bozza di decreto relativa agli incentivi per il fotovoltaico è, ovviamente, del tutto infondata”, si legge su una nota stampa.

continua su Il Fatto Quotidiano

Un altro MW per la sostenibilità

E’ ancora una volta la Puglia ad ospitare un'installazione fotovoltaica di pregio, che presta particolare attenzione al rispetto dell’ambiente e si serve esclusivamente di componenti europei.
Si tratta di un impianto a terra da 990,15 kWp, realizzato dall’azienda FEDI Impianti a Trinitapoli, nella provincia di Barletta Andria Trani,  connesso il 27 febbraio 2012. I moduli utilizzati sono in silicio policristallino, dell’azienda italiana MX Group, da 230 kWp l’uno, mentre i tre inverter impiegati, centralizzati, da 330 kWp, sono dell’aretina Power One. Sarà dunque possibile accedere al 10% di maggiorazione dell’incentivo, prevista dalquarto Conto Energia.
Come soluzione per il fissaggio, si è optato per le innovative fondazioni a vite dell’azienda tedesca Krinner, di cui FEDI Impianti è distributore esclusivo per l’Italia. Questo prodotto si contraddistingue per la sua massimaeco-compatibilità, poiché le fondazioni, che possono essere applicate ovunque, senza necessità di scavare, livellare e cementare, non alterano in modo permanente il terreno in cui sono inserite e possono essere smantellate e recuperate  in qualunque momento, riportando il sito alle condizioni iniziali.
Per la costruzione delle strade di accesso ed interne all’impianto, è stato utilizzato materiale riciclato, costituito da scarti edilizi stabilizzati, anziché di cava puro. Il recupero dei rifiuti inerti contribuisce al risparmio delle risorse naturali e riduce il volume dei rifiuti destinati alle discariche.
I cavi, in alluminio invece che in rame, sono stati completamente interrati in una linea di connessione lunga 1,8 km, una soluzione che limita l’impatto paesaggistico rispetto alla costruzione di cavidotti.
L’impianto ha una produzione attesa annua di 1.336.702,5 kWh ed eviterà l’emissione in atmosfera di 1.210.090,0392 kg di CO2.

mercoledì 10 agosto 2011

Crisi nucleare giapponese



La crisi nucleare giapponese, cominciata il 12 marzo scorso, sembra lungi da una conclusione. 
Il ministro giapponese per l'Industria ed il Commercio, Banri Kaieda, ha annunciato la sostituzione delle tre figure chiave che avevano un ruolo di responsabilità nella crisi di Fukishima, affermando che egli stesso avrebbe dato le dimissioni non appena finito di riformare il ministero.
Intanto il materiale radioattivo continua a fuoriuscire dalla centrale, a ben 5 mesi di distanza dall'incidente ed una soluzione concreta sembra tutt'ora lontana. Tanto più che la Tepco sembra restia a voler rinunciare definitivamente al suo impianto e praticare una soluzione di sovietica memoria, anzi pare che abbia perfino ingaggiato i suoi stessi dipendenti perché partecipassero a trasmissioni televisive, in veste di semplici ed ignari spettatori, inviando email e facendo telefonate a favore del nucleare durante i dibattiti.
Nel frattempo il Giappone sta vivendo una drammatica crisi elettrica, con oltre un terzo delle centrali ancora spente e che stentano ad essere riavviate, anche perché la maggior parte dei piccoli comuni che le ospitano si stanno opponendo ad un loro riavvio, dopo il fermo per manutenzione.

venerdì 5 agosto 2011

Vendita energia 2012

Sul sito dell'AEEG sono stati pubblicati i nuovi prezzi minimi garantiti per la vendita di energia da fonti rinnovabili, come stabilito dalla delibera ARG/elt 103/11 del 28 luglio 2011, con la quale l’Autorità ha ridefinito la struttura e i valori economici dei prezzi fino a 1 MW.

E' stata ridefinita anche una nuova struttura a scaglioni per il fotovoltaico tale che:
€ 100,0/MWh fino a 3.750 kWh, € 90,0/MWh da 3.750 kWh fino a 25.000 kWh, € 76,2/MWh oltre 25.000 kWh fino a 2.000.000 kWh
Rispetto a quella per il 2011 che stabiliva:

  • fino a 500.000 kWh annui, 103,4 €/MWh;
  • da oltre 500.000 kWh fino a 1.000.000 kWh annui, 87,2 €/MWh;
  • da oltre 1.000.000 kWh fino a 2.000.000 kWh annui, 76,2 €/MWh.

Riferimenti:

Delibera Autorità energia 28 luglio 2011, ARG/elt 103/11
dal sito Aeeg

giovedì 4 agosto 2011

L'Italia delle grandi centrali

Che fine ha fatto la produzione decentralizzata dell'energia? Fino a 3 anni fa sembrava che tutti fossero convinti che nel futuro non si sarebbero più avute le grandi centrali elettriche e si sarebbe prodotta l'energia casa per casa, città per città, fino all'autosufficienza delle varie realtà abitative ed industriali. E adesso? Adesso siamo tornati a parlare delle grandi centrali elettriche, ormai solo a gas o carbone, visto che il nucleare è stato nuovamente bocciato in Italia. Che fine hanno fatto le piccole produzioni decentralizzate, l'autosufficienza e l'efficienza energetica? Sparite, quasi non se ne sente più parlare. Il governo, sull'onda del voto referendario, ci suggestiona con le rinnovabili, mentre punta sull'economia del carbone. Per carità, come direbbe qualcuno, niente contro il carbone "pulito", ma perché non si torna a parlare dei tetti del sole?
Chi ha ucciso l'idea della produzione decentralizzata e dell'efficienza energetica?
Probabilmente i colpevoli in questo giallo sono due: da un canto i lauti incentivi al fotovoltaico che come al solito hanno mostrato come in Italia, ma anche altrove, la gente non sappia godere dei vantaggi senza abusarne, puntando sulla costruzioni di colossali centrali fotovoltaiche, anziché approfittarne per la promozione delle rinnovabili presso le famiglie; d'altro canto la corsa sfrenata (ed insensata) del governo al nucleare, che ha riportato nella discussione problemi fittizi e l'idea delle necessità assoluta e prioritaria di sole, e soltanto, grandi centrali, per assolvere al sempre più avido fabbisogno energetico italiano.
Una via di mezzo no?