mercoledì 10 agosto 2011

Crisi nucleare giapponese



La crisi nucleare giapponese, cominciata il 12 marzo scorso, sembra lungi da una conclusione. 
Il ministro giapponese per l'Industria ed il Commercio, Banri Kaieda, ha annunciato la sostituzione delle tre figure chiave che avevano un ruolo di responsabilità nella crisi di Fukishima, affermando che egli stesso avrebbe dato le dimissioni non appena finito di riformare il ministero.
Intanto il materiale radioattivo continua a fuoriuscire dalla centrale, a ben 5 mesi di distanza dall'incidente ed una soluzione concreta sembra tutt'ora lontana. Tanto più che la Tepco sembra restia a voler rinunciare definitivamente al suo impianto e praticare una soluzione di sovietica memoria, anzi pare che abbia perfino ingaggiato i suoi stessi dipendenti perché partecipassero a trasmissioni televisive, in veste di semplici ed ignari spettatori, inviando email e facendo telefonate a favore del nucleare durante i dibattiti.
Nel frattempo il Giappone sta vivendo una drammatica crisi elettrica, con oltre un terzo delle centrali ancora spente e che stentano ad essere riavviate, anche perché la maggior parte dei piccoli comuni che le ospitano si stanno opponendo ad un loro riavvio, dopo il fermo per manutenzione.

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