giovedì 4 agosto 2011

L'Italia delle grandi centrali

Che fine ha fatto la produzione decentralizzata dell'energia? Fino a 3 anni fa sembrava che tutti fossero convinti che nel futuro non si sarebbero più avute le grandi centrali elettriche e si sarebbe prodotta l'energia casa per casa, città per città, fino all'autosufficienza delle varie realtà abitative ed industriali. E adesso? Adesso siamo tornati a parlare delle grandi centrali elettriche, ormai solo a gas o carbone, visto che il nucleare è stato nuovamente bocciato in Italia. Che fine hanno fatto le piccole produzioni decentralizzate, l'autosufficienza e l'efficienza energetica? Sparite, quasi non se ne sente più parlare. Il governo, sull'onda del voto referendario, ci suggestiona con le rinnovabili, mentre punta sull'economia del carbone. Per carità, come direbbe qualcuno, niente contro il carbone "pulito", ma perché non si torna a parlare dei tetti del sole?
Chi ha ucciso l'idea della produzione decentralizzata e dell'efficienza energetica?
Probabilmente i colpevoli in questo giallo sono due: da un canto i lauti incentivi al fotovoltaico che come al solito hanno mostrato come in Italia, ma anche altrove, la gente non sappia godere dei vantaggi senza abusarne, puntando sulla costruzioni di colossali centrali fotovoltaiche, anziché approfittarne per la promozione delle rinnovabili presso le famiglie; d'altro canto la corsa sfrenata (ed insensata) del governo al nucleare, che ha riportato nella discussione problemi fittizi e l'idea delle necessità assoluta e prioritaria di sole, e soltanto, grandi centrali, per assolvere al sempre più avido fabbisogno energetico italiano.
Una via di mezzo no?

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